Rappresenta(MI): l’evento sulla rappresentanza studentesca dei giovani di Milano
- Redazione

- 17 giu
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 20 giu
Una giornata per chiedersi cosa significa davvero rappresentare, per imparare come farlo meglio e per dirsi che la rappresentanza o è plurale o non è
Il 26 maggio, a Milano, si è svolto al Teatro Martinitt Rappresenta(MI) – Rappresentanza, questa sconosciuta, un evento ideato, voluto e organizzato da uno dei gruppi di giovani di 100 IDEE composto da membri della Consulta Provinciale degli Studenti di Milano, con il supporto di Malegaleco, ente mentor del gruppo. L'iniziativa è nata per raccontare, esplorare e far vivere la rappresentanza dal punto di vista di chi la fa tutti i giorni: gli studenti e le studentesse di Milano.
L’idea nasce da una constatazione semplice quanto potente: "La rappresentanza non è ben comunicata, soprattutto quella in Consulta, e se non comunichiamo cosa facciamo, chi pensiamo di rappresentare?". A raccontarlo è Emma Sorrentino, presidente della Consulta provinciale studentesca di Milano, che spiega come l’evento sia nato con l’urgenza di "veicolare meglio" il ruolo di questo organo istituzionale e attivare un dialogo reale tra studenti e studentesse, scuole e istituzioni. "Fin da subito ho percepito quanto la rappresentanza non fosse ben comunicata e conosciuta, soprattutto quella in consulta", racconta Emma.
Per prima cosa, quindi, chiariamo cos'è e cosa fa la Consulta Provinciale studentesca di Milano, con le parole di Emma. "La Consulta è un organo istituzionale nato nel 1996 con decreto del Presidente della Repubblica numero 567. È un organo istituzionale a tutti gli effetti perché è praticamente un’appendice dell'Ufficio Secondo, quindi del Ministro dell'Istruzione e del Merito, e fa capo alle singole realtà territoriali e poi regionali (quindi l'ufficio scolastico territoriale e regionale). È un organismo che raccoglie i rappresentanti di tutte le scuole per riunirli in un'assemblea plenaria che, una volta al mese, si incontra per portare avanti i progetti, promuovere iniziative, ma soprattutto parlare e confrontarsi pienamente. È l'unica realtà in cui abbiamo possibilità di confrontarci tra studenti.
Potendoci riunire tutti riusciamo a collaborare e comunicare tra di noi i problemi delle singole scuole. [...] Su una realtà come Milano, ci sono 10.000 studenti e in consulta siamo 170, dovremmo essere un 300 circa ma ci sono altre consulte in provincia che non superano le 50 persone".
L'evento Rappresenta(MI) ha visto alternarsi ex rappresentanti di istituto, momenti di scambio e racconto sull'orientamento universitario, interventi di rappresentanti a tutti i livelli - dal municipale al regionale - fino ad arrivare al momento più partecipato: il confronto diretto tra giovani e istituzioni.
La seconda parte della mattinata ha ospitato un vero e proprio viaggio tra le istituzioni. Un rappresentante per ogni livello – municipale, comunale, metropolitano, regionale, nazionale ed europeo – ha risposto a tre domande chiave: cos’è, cosa fa e perché conta quell’istituzione. Un modo chiaro e diretto per provare a colmare almeno in parte quella distanza percepita tra giovani e istituzioni.
Durante la mattinata, è stato chiesto ai partecipanti di definire con una parola cosa significasse per loro rappresentanza. Tra le risposte - impegno, dovere, comunicazione, possibilità - ne è emersa una che ha colpito particolarmente: ponte. "Se mi venisse chiesto probabilmente ad oggi inizierei anch'io a dire ponte", riflette Emma. "È quello che è la rappresentanza: un ponte a quattro facce tra gli studenti, le scuole, le istituzioni e i rappresentanti. È un quadro quadrangolare che si muove e cerca di collaborare". Questa metafora restituisce perfettamente la complessità del ruolo rappresentativo, soprattutto in una realtà come Milano dove la Consulta conta 170 rappresentanti per 10.000 studenti. "Il senso etico che senti sulle spalle è forte", ammette la presidente, che ha scelto di candidarsi proprio per "riattivare quest'organo che l'anno scorso era un po' morto".
Uno dei temi più sentiti emersi dal confronto riguarda la presenza dei giovani nelle istituzioni. "Molti ragazzi sentono le istituzioni lontane", osserva Emma. "Nelle istituzioni non ci sono giovani. C'è un 5% magari di giovani, pochissime persone soprattutto all'interno delle amministrazioni. I giovani nelle istituzioni devono esserci, devono un po' "rompere le scatole" e sicuramente devono riuscire a farsi sentire".
Il filo conduttore di tutta l'iniziativa si riassume in uno slogan che Emma e i suoi collaboratori hanno fatto proprio: dagli studenti, per gli studenti. Non si tratta di una formula retorica, ma di un approccio concreto. "Non lavoriamo e non spendiamo tutte queste ore per poterci mostrare alle istituzioni o per avere quell'applauso in più, ma lo facciamo per gli studenti". Questa filosofia ha guidato anche la scelta di mantenere un numero contenuto di partecipanti - circa 200 invece dei 1.500 della precedente edizione. "Sono molto contenta che i ragazzi fossero 200 invece che 1.500", spiega Emma. "Si perde quel dialogo costruttivo con numeri troppo grandi".
A evento concluso, la sensazione è che qualcosa si sia mosso. "Abbiamo smosso qualcosa di importante che stava fermo da troppo", riflette Emma. "Non solo nei ragazzi ma anche nelle istituzioni presenti. Avere fatto venire il dubbio che ci sia bisogno di un cambiamento e che il cambiamento lo possono fare ragazzi e ragazze in prima persona".
Il prossimo passo sarà portare questa energia direttamente nelle scuole tra settembre e ottobre, per continuare a costruire quel ponte che può davvero ridurre la distanza tra rappresentanti e rappresentati. Perché la rappresentanza, per essere tale, deve rappresentare davvero. E per farlo deve - innanzitutto -essere conosciuta.
I brani inseriti nell'articolo fanno parte della playlist che animava il Teatro tra la sessione mattutina e quella pomeridiana.























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