Lotta, arte, relazioni e piccoli grandi gesti
- Redazione

- 5 set
- Tempo di lettura: 4 min
Il racconto del gruppo di 100 IDEE Lotto anche oggi
Lotta. È da qui che siamo partitə. Dalla necessità di costruire uno spazio dove la lotta quotidiana – quella silenziosa, intima, collettiva – potesse diventare visibile, condivisa, ascoltata. Siamo arrivatə alla seconda edizione di Lotto anche oggi con il cuore pieno di desideri, sogni e, come sempre, tante domande. Quello che abbiamo costruito insieme nei mesi scorsi non è stato "solo" un festival, ma un’esperienza condivisa fatta di cura, ascolto, relazioni e colori.
Una festa collettiva che ha parlato di resistenza, salute mentale, libertà di espressione e autodeterminazione.
Quest’anno abbiamo scelto di sostenere con la nostra raccolta fondi Cerchi
d’Acqua, uno dei centri antiviolenza più storici di Milano. Una realtà preziosa che da anni lavora per costruire un presente e un futuro fondati sul rispetto, sulla consapevolezza e sull'autonomia. La raccolta è ancora aperta (fino a fine settembre), e anche se siamo quasi arrivatə all’obiettivo, vogliamo spingerci oltre: perché ogni contributo può davvero fare la differenza.
Durante il festival abbiamo accolto con entusiasmo 14 street artist: LUNA, TEBRA,
CRYPTOMADONNE, GOMMAPANE, RAME13, GREENGA, CHIARALOCA, CHERIS,
BADLANDISH, NAIS, DADA, JUDY RHUM, JADEN EMIARTES, LES MURAL. Le loro opere hanno ridato vita ai muri della città, trasformandoli in superfici vive, attraversate da storie, pensieri, emozioni. Colori e forme hanno parlato di autodeterminazione, fragilità, dissenso, cura e appartenenza.
Durante l’evento del 5 luglio, abbiamo messo a disposizione gli Open Canvas: cavalletti e tele liberi, aperti a chiunque volesse esprimersi con un pennello in mano. È stato uno spazio spontaneo e accogliente, in cui tantissime persone si sono fermate a lasciare un segno. Insieme a loro anche Inkgrata (Greta Contino) e Ileana Minotti, che hanno contribuito con il loro sguardo personale e profondo, rendendo ancora più intenso e partecipato questo momento di libertà espressiva condivisa.
Nel corso del festival si sono svolti due laboratori creativi e terapeutici, realizzati grazie alla collaborazione con Zona Blu e Accademia dei Piccoli Artisti. Sono stati spazi di ascolto attivo, creazione, gioco e presenza, aperti a tuttə, dove l’arte ha trovato ancora una volta la sua forza più gentile: quella di curare e connettere.
Abbiamo organizzato anche due talk molto partecipati: il primo insieme a Cerchi d’Acqua, Non Una Di Meno e ANPI, per riflettere su femminismi, comunità, memoria e autodifesa; il secondo con Icronicamente in dialogo con l’artista nonchè parte del team organizzativo del festival Tebra, che con il loro approccio ironico e diretto ci hanno aiutato a ridere, pensare, riconoscerci, parlarci.
A rendere ancora più vivo il festival, ci hanno accompagnato tante voci e musiche: Sarah Mals, Sista Ira, Lonny Loser, Rah Deb, Frawblanka, Lale LaPaz, Solovee and the Calabash crew, Hellsy, Adriana, Kiki, Ellie Cottino, Le Fucksia. Ognuna di loro ha portato sul palco non solo la propria arte, ma anche un messaggio potente: sono tutte artiste e musiciste che, attraverso la loro musica, danno voce alla lotta
contro la violenza di genere, alla parità, all’autodeterminazione e alla libertà di
espressione. La loro presenza ha reso il festival ancora più denso di significato,
trasformando la musica in uno strumento di consapevolezza e resistenza condivisa.
A farci ballare e chiudere la serata in bellezza ci hanno pensato i DJ set di Sista Sofy e Lara Matar, che hanno fatto vibrare il cortile con ritmi pieni di energia e connessione. Sono stati momenti intensi, leggeri, condivisi. Abbiamo cantato, ascoltato, danzato, respirato insieme: le loro parole e melodie sono diventate parte viva del messaggio del festival.
Tra le attività che ci hanno toccato profondamente c’è stato il laboratorio condotto da Ilaria Marzano di Humap, che attraverso le sue mappe relazionali ci ha proposto una domanda potente: "Dove hai sentito di non avere voce?" Da qui è nata "Tracce invisibili", una mappa collettiva fatta di emozioni, ricordi, silenzi e parole, che ci ha permesso di esplorare territori interiori spesso inespressi. È stato uno spazio silenzioso ma profondamente connesso, che condivideremo pubblicamente nei
prossimi mesi, quando analizzeremo insieme i dati raccolti.
Una delle cose che più ci ha colpito è stata la quantità di feedback positivi ricevuti. Non tanto per lodi o riconoscimenti, ma perché ci raccontano che c’è davvero bisogno di momenti come questo: liberi, semplici, umani, dove nessuno si sente esclusə o fuori posto. Uno spazio costruito da donne, ma pensato per tuttə, dove si può essere fragili e forti allo stesso tempo, senza dover dimostrare nulla a nessuno.
Tutto questo è stato possibile anche grazie al sostegno di 100 IDEE, che ha reso concreta la realizzazione del progetto, e in particolare a Produzioni dal Basso, che ci ha seguitə come ente mentor, aiutandoci a costruire e organizzare il crowdfunding attualmente attivo fino a fine settembre.
E perché questo percorso non resti solo un ricordo, abbiamo deciso di destinare una parte dei fondi raccolti a un progetto speciale: portare laboratori artistici ed educativi in una scuola della Barona, rivolti a bambine e bambini delle scuole elementari. L’obiettivo è seminare un’idea: che il rispetto, l’ascolto, la libertà possano crescere fin da piccoli, e diventare radici forti per una società più giusta, più aperta, più bella.
Lotto anche oggi è stato tutto questo e molto di più.
Un incontro, un passaggio di voce, una presenza che resta. Abbiamo camminato vicinɜ, a volte in silenzio, ma sempre in ascolto. E possiamo dirlo ancora: abbiamo lottato anche oggi. E continueremo a farlo.
Foto di Francesca Bruschi e Tommaso Tresso































Commenti