Officina della Produzione: la terza redazione giovane di 100 IDEE
- Redazione
- 26 giu
- Tempo di lettura: 2 min
Chi è, com'è nata, di cosa si occupa e come funziona la terza redazione coinvolta nella narrazione delle idee dei giovani di Milano
Officina della Produzione è un'associazione di promozione sociale nata nel 2020 che porta con sé una storia radicata nel territorio del Giambellino-Lorenteggio, nella periferia sud-ovest di Milano. Una storia che parte dai centri di aggregazione, dai giovani che vivono situazioni di marginalità e che spesso non trovano spazio nella narrazione mainstream.
Tutto inizia al CDE Creta, un centro di aggregazione nel quartiere di Inganni, dove "tantissime storie di tantissimi giovani si sono incrociate". Da questo intreccio nasce un gruppo di persone accomunate dalla consapevolezza che qualcosa non funzionava nella comunicazione: "Nonostante una profonda e radicata rete territoriale del settore che favoriva processi di fuoriuscita dal disagio e di contrasto alla povertà, dominava una narrazione che non teneva conto del protagonismo di chi viveva queste situazioni".
Ecco il punto di partenza di Officina: dare voce a chi non ha voce, raccontare le storie da dentro, insieme ai protagonisti.
Oggi Officina conta circa dieci persone che provengono da mondi diversi. La maggioranza ha un orizzonte nel sociale, ma l'associazione funziona come contenitore che accoglie anche professionalità dell'audiovisivo, artistiche e performative. Inizialmente Officina si dedica soprattutto alla videoproduzione, con un approccio che diventa da subito il suo marchio di fabbrica: "Prodotti partecipati, costruiti insieme ai protagonisti e ai partecipanti delle nostre attività".
Inizia così un percorso di collaborazioni e progetti insieme alle istituzioni della città di Milano.
È l'arrivo di Nermin, però, socia di fede musulmana, a segnare una svolta importante. Nermin porta il tema della doppia appartenenza e propone l'iftar - l'interruzione del digiuno durante il Ramadan - come evento territoriale.
"Inizialmente l'abbiamo sperimentato tra di noi, privatamente, e poi abbiamo detto perché non farne un'occasione di socialità all'interno di un quartiere multietnico". È un momento politico importante: rivendicare e dare voce a "uno spazio sommerso come quello della fede musulmana che spesso viene censurata, nascosta, a partire dai luoghi di culto che non sono istituzionalizzati".
Come si approccia Officina al progetto 100 IDEE? "Non abbiamo condiviso grandi cose su che cosa vogliamo tirare fuori. Sicuramente non un video. Abbiamo deciso che sicuramente non sarà un video", dice con una punta di ironia Edoardo, uno dei membri della redazione. I temi che interessano sono chiari: da una parte "che nuove popolazioni di giovani ci sono oggi", dall'altra "che spazi oggi esistono".
Ciò che colpisce di più il team di Officina è la dimensione ecosistemica di 100 IDEE. "Mancava da tempo qualcosa che permettesse di mettere a sistema un tentativo di promuovere il protagonismo giovanile che non fosse mirato sulla produttività, ma soprattutto sulla sostenibilità". Per Officina, 100 IDEE rappresenta anche "una delle prime possibilità, dopo tantissimo tempo, di risignificazione di quali sono quegli spazi che ti conducono dalla vita adolescenziale alla vita adulta".
"Quello che si è perso da tantissimo tempo è riuscire sia con autenticità che con ottimismo a stare in relazione con la gente", conclude Edoardo. Ed è proprio questo che Officina porta nel progetto: la capacità di stare in relazione, di ascoltare, di dare voce a chi spesso resta ai margini della narrazione convenzionale.
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